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 recensioni 

Prof.Roberto Cipriani
 
[Direttore del dipartimento di scienze dell'educazione,università Roma Tre.]

 

Di primo acchito la pittura del Loporchio colpisce per il suo nitore, l’accorta scelta del colore mai eccessivo ma sempre tenue,  delicato, garbato, allusivo più che significativo, espressivo più che didascalico, ma anche per la sua inventività, il suo estravagare, cioè viaggiare extra, uscire fuori, che emblematicamente risulta rappresentanto nel suo disegnare oggetti che debordano dai loro siti abituali, escono fuori dall’orbita di pertinenza e girovagano nello spazio, quasi palloni aereostatici frenati a terra dall’oggetto da cui derivano.

Ma è soprattutto l’andamento spiraliforme, elicoidale,  che sembra prevalere, come una sorta di DNA dell’artista, che si rende manifesto nella realtà-metafora dell’arte. Sono antenne lasciate nell’etereo per captarne  i  segni e riproporne le percezioni. Sono anche onde e megafoni-grammofoni che amplificano il solco da cui partono per riprodurre qualcosa che non è più un suono od una musica ma un tratto di pennello, una strisciata cromatica, un invito alla riflessione sulle valenze simboliche della natura, talora trasformata in supporto di case sospese in aria, che si reggono su strani alberi.

Guardando i lavori di Gioacchino il cui segno esonda, attraversa lo spazio, quasi stella filante destinata ad esplodere nel vasto cielo, non può non venire in mente il grande Marc Chagall ai cui angeli si sostituiscono stelle e fiori, farfalle inverosimili e lumache volanti. L’artista Cerignolano rimanda chiaramente alle correnti delle avanguardie pittoriche con Giorgio de Chirico in primo piano ma segnatamente Matisse. C’è però un autore che non può non essere citato: è Joan Mirò. Si vedano i suoi lavori: sono tanti quelli che farebbero pensare a Loporchio come un esponente del surrealismo appartenente alla scuola di Mirò stesso.

In definitiva scoperti alcuni arcani, taluni percorsi previi e sotterranei, è ben evidente che Loporchio non è un semplice sincretista di correnti ed ispirazioni varie. Di Loporchio quel che è certo  è il suo orientamento trasognante, che si avvale di un tratto elegante, per inseguire farfalle virtuali, sperdendosi nei meandri curvilinei dello stelo di un fiore . Le sue invenzioni sono molteplici, il suo onirismo prescinde da modelli illustri, la sua pittura si attesta con un profilo tutto suo, peculiare, dunque originale e persuasivo.

GIOACCHINO LOPORCHIO

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© 2014 Gioacchino Loporchio, creato da Egidio Crudele

Via Vittorio Veneto, 13 Cerignola, FG 71042

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